Jul 09 , 2021
Il bisogno di contenimento del neonato | Il wrapping
Immaginate per un attimo di trovarvi rannicchiati in un nido caldo e ovattato, dove tutti i suoni sono attutiti e la luce è soffusa. Ogni vostro movimento è accolto da soffici ma robuste pareti che ne delimitano i confini, facendovi sentire al sicuro. Qualsiasi bisogno del vostro organismo viene costantemente soddisfatto ancora prima che riusciate ad avvertirlo, perché qualcuno si nutre e respira per voi.
È in questa situazione idilliaca che ha vissuto un neonato. Quando viene alla luce si trova a fare i conti con sensazioni completamente nuove appartenenti al mondo extrauterino, a cui si dovrà pian piano adattare. Tutto ad un tratto le luci sono più forti, i rumori più assordanti, la temperatura più fredda e il corpo sperimenta per la prima volta un senso di vuoto attorno a sè.
Ora viene forse più facile comprendere da dove provenga il bisogno di contenimento di un bambino di pochi giorni/mesi, che ricerca continuamente il contatto corporeo delle figure genitoriali per assicurarsi di non essere solo.
Il wrapping come contenimento
L’obiettivo del wrapping è proprio questo: contenere e avvolgere il neonato, ricreando l’ambiente uterino in cui ha vissuto durante la gravidanza. Già nell’antichità si usava fasciare il bambino dal collo ai piedi. Infatti si credeva che questa pratica servisse a far crescere le gambe diritte ed evitare che il corpo si derformasse. Nel tempo si è osservato che l’essere avvolto aiutava il neonato a restare caldo e tranquillo, riducendo i risvegli causati da bruschi movimenti degli arti, e si sono sviluppate tecniche di wrapping sempre più sicure e consolidate.
Gli stimoli sensoriali a cui un bambino è sottoposto dopo la nascita sono così intensi che può capitare – soprattutto verso sera – che inizi a piangere in maniera inconsolabile, liberandosi dello stress e delle emozioni accumulati durante la giornata. In questi casi, oltre a creare un ambiente privo di luci e rumori forti, il wrapping può aiutare a calmare il neonato riportandolo alle sensazioni dell’utero materno.
Per wrappare è opportuno scegliere una mussola in cotone o una copertina leggera (in base alla temperatura); nelle stagioni calde è sufficiente che il bambino indossi pannolino e body, mentre in quelle fredde starà più al caldo con una tutina.
Le tecniche di fasciatura sono svariate, esistono però alcuni punti fondamentali: quando il bambino viene wrappato, dovrebbe sempre rimanere a pancia in su, con la testa e il viso scoperti, e avere lo spazio necessario per compiere piccoli movimenti, come portare la manina alla bocca o stendere le gambe. Ecco di seguito una strategia che può essere adottata:
Wrapping nella quotidianità
È stato riscontrato che il wrapping favorisce il sonno del neonato in posizione supina, che è la prima misura di prevenzione nei confronti della SIDS (Sudden Infant Death Syndrome) – la sindrome della morte in culla. Per promuovere un sonno sicuro è quindi importante smettere di fasciare il bambino non appena acquisisce la capacità di ruotare dalla posizione sulla schiena a quella sulla pancia.
Un’altra occasione in cui potrebbe riverlarsi utile wrappare il bambino è quella del bagnetto, specialmente se mostra disagio nell’essere svestito e immerso in uno spazio di cui non risconosce i confini. La strategia è quella di contenerlo con la fasciatura fino al momento dell’immersione, allentandola gradualmente solo dopo il contatto con l’acqua, così da renderlo il più dolce possibile.